Back to Recordings Reviews Compact Disc Classico Riccardo Risaliti SORABJI
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Sempre eccessivo Kaikhosru Shapurji Sorabji. Già, uno che scrive un pezzo che dura cinque compact discs (Opus clavicembalisticum), cento studi trascendentali, musica scritta su cattedrali di pentagrammi, prevista per un solo esecutore (che poi idealmente sarebbe stato lui). Ma anche le cose eccessive hanno i loro pregi: questo intellettuale e critico inglese di origine indiana fu figura non trascurabile come compositore: anche se abnorme. Vista la difficoltà di esecuzione delle sue opere originale e delle sue trascrizioni non è certo facile imbattersi in dischi dedicati a lui. Questo pianista, Michael Habermann, aveva fatto - edito nel 1981 - un disco che fu (credo, almeno così si presentava) il primo mai dedicato a pagne di Sorabji; era un disco molto interessante, con pezzi originali e transcrizioni. Qui il programma è interamente rinnovato, basato su inediti per lo più manoscritti (personalmente ho visto pubblicato solo il Pasticcio capriccioso su Chopin), tutti brani che Habermann afferma di aver esequito in prima assoluta nel 1978 (Bach) e nel 1998. Il brano più ampio è una lunga fantasia in sei movimenti sul tema della celebre Barcarola da I racconti di Hoffmann di Offenbach, poi vi sono brani più 'originali' ma dove il compositore gioca con musiche altrui: lo Chopin del finale della Sonata op. 35 e il Valzer op. 64 n.1. Ecco poi le due trascrizioni, della Rapsodia spagnola di Ravel e della Fantasia cromatica e fuga di Bach, anche se la fuga non è quella della Fantasia cromatica ma quella in re minore (di dubbia attribuzione) BWV 948. Ad un primo ascolto la musica di Sorabji, originale o trascritta, suona come una gigantesca efflorescenza del pianismo di Godowski. Lo stesso Habermann la definisce così: «Uso estensivo del contrappunto accompagnato da figurazioni decorative, un fluttuare fra libera atonalità e tonalità, estrema densità di scrittura, difficoltà tecnica, disposizione formale complessa e complicate strutture ritmiche». l La cosa per noi è soprattutto avvertibile nelle due trascrizioni più 'letterali' (si fa per dire!), quelle da Bach e da Ravel: personalmente non avevo mai sentito trascrizioni di questo tipo, neanche con Godowski! Inutile dire che il buon Habermann si muove in questa musica come un pesce nell'acqua. E per ora credo abbia pochi confronti. Commento tecnico: Registrazione molto presente e ravvicinata: la dinamica non è molto differenziata. Copyright ©2003 by Riccardo Risaliti, all rights reserved. Reprinted by permission |